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Le colichette
Vorrei sapere cosa fare
contro le "colichette" grazie.
Le coliche,
nel caso di un lattante che presenta buona crescita e nessun altro sintomo
aggiunto, sono chiaramente solo un disturbo funzionale. "Disturbo" di
nessuna rilevanza patologica se non
nell'ansia che possono ingenerare nella madre e di rimando nel nucleo
familiare e nello stesso pediatra curante, cui la mamma spesso si rivolge di
fronte al "dilagare" delle coliche.
L'eziologia delle coliche è varia. Sicuramente, almeno in parte è sostenuta
dalla fermentazione di zuccheri (parte del lattosio e degli oligosaccaridi
nel caso del latte materno) a livello intestinale, con produzione, fra gli
altri, degli acidi grassi a corta catena, molecole "volatili" (che peraltro,
da osservazioni in vitro, indurrebbero una maturazione ed una
differenziazione delle cellule intestinali stesse). Una parte di eziologia è
sicuramente associata anche a fenomeni di iper-peristalsi,
a loro volta connessi all'espressione, più o meno marcata, di rigurgiti.
Nell'insieme, la colica addominale sembra espressione di fenomeni
fisiologicamente "positivi", associati alla fermentazione in
sede intestinale, e connessi anche alla presenza di una flora ad effetti
"positivi" (tanto è vero che anche gli allattati al seno soffrono di
coliche).
Non è necessario combatterle con formule "speciali" per indicazioni
"speciali" nè tantomeno sospendere il latte materno, che sicuramente è
l'alimento migliore per il lattante, la cui
fisiologia è preparata per le molecole complete contenute nel latte materno
(o, in sua mancanza, nelle formule standard).
Di fronte ad una buona crescita, credo che il primo provvedimento dovrebbe
essere quello rassicurativo.
Non sono pochi i lattanti con questo tipo di disturbi, e le esperienze dei
pediatri a riguardo sono molto spesso frustranti nel senso che l'uso di
farmaci antispastici o antiflatulenza non è risolutivo, almeno fino al
divezzamento, quando, con alterne vicende, le acque finalmente si
calmano..... e le coliche gassose
passano, come per incanto.
............
Chiarimento
gent.mo dottore, mia figlia di
50 gg si nutre di latte artificiale ............. HA, ma ho notato che con
l'uso di questo latte le sue feci sono di colore VERDE e non gialle come
finora erano.inoltre, a volte , sono molto dure.
Cosa mi consiglia?
Caro papà,
la sua bambina presenta uno dei fenomeni che spessissimo
si accompagnano alla dieta con "latte artificiale": l'emissione di feci
dure.
Essa è legata alle caratteristiche proprie di questi tipi
di latte che, per quanto molto simili a quelle del latte materno, non
sono tali da riprodurne fedelmente le proprietà. Se l'emissione di feci
non provoca dolore e avviene regolarmente 1 volta al giorno o anche ogni
2-3 giorni, senza che la bambina manifesti disturbi di alcun genere, non
si deve intervenire in alcun modo; anche il colore delle feci non assume
alcuna importanza ed è dovuto al tipo di flora batterica che colonizza
l'intestino, che è diversa se un bambino viene allattato al seno o
artificialmente.
Solo se l'evacuazione è dolorosa e avviene con un intervallo superiore
ai 3-4 giorni si può intervenire prima con somministrazione di
microclisteri di glicerina, per lubrificare le feci e favorirne
l'emissione, e poi con somministrazione quotidiana di lattulosio per un
periodo piuttosto lungo, tanto da riequilibrare le funzioni
dell'intestino.
una craniostenosi presa
in ritardo e operata tardi può causare emiparesi. entro quanti mesi
è opportuno eseguire intervento per craniostenosi. alla nascita è
visibile questa patologia.
grazie un papà.
Caro Papà
Con il termine “Craniostenosi”
viene indicata la causa stessa della malformazione, cioè: la precoce
fusione (“stenosi”) di una o più suture craniche
(ove per sutura indichiamo quella porzione delle ossa
craniche che si va ad articolare con l’adiacente, e che in
condizioni di normalità permette il normale sviluppo del cranio
stesso, e di conseguenza della massa cerebrale.
La prematura fusione può avvenire a carico di una o più suture
craniche ( in quest’ultimo caso aumenta il rischio di ritardo
mentale).L'anomalia non sempre presente alla nascita si evidenzia
dal primo al quarto mese di vita, età in cui diventa possibile una
diagnosi certa ,dopo aver osservato nei mesi precedenti l'evoluzione
della conformazione del cranio.Il bambino dovrebbe essere seguito da
un neuropediatra che richiede quando necessario il parere del
neurochirurgo.
La terapia delle craniostenosi è di tipo chirurgico
e consiste nel rimodellamento della scatola cranica.
L’intervento va eseguito precocemente, nel primo
anno di vita (il periodo ideale si situa tra i 4 e gli 8 mesi), in
modo di utilizzare la capacità plastica della crescita cerebrale e
la possibilità di rigenerazione ossea dello strato interno della
dura madre, cioè la parte esterna delle meningi (le membrane che
rivestono il cervello). La correzione chirurgica precoce presenta
inoltre il vantaggio di causare un minimo impatto psicologico per
l’ospedalizzazione e di ridurre il rischio di esposizione a traumi
cranici. Le tecniche chirurgiche attualmente in uso portano a
risultati estetici e funzionali ottimi, soprattutto nel caso della
craniostenosi sagittale, che è la forma meno grave dal punto di
vista funzionale e la meno complessa per quanto riguarda il suo
trattamento.
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Mio figlio di
14 mesi presenta il "dito a scatto" ad entrambi i pollici.
Ho consultato
un ortopedico che mi ha consigliato di attendere per l'intervento perché troppo
piccolo, però lui personalmente non ha mai avuto altri casi del genere
riguardanti bimbi con tale disturbo.
Cosa mi
consiglia a riguardo ?
Dove posso rivolgermi per ulteriore consulto.
La ringrazio
anticipatamente.
Cinzia
Gentile mamma,
conviene
attendere perchè è frequente la risoluzione spontanea e definitiva del problema;
l'intervento chirurgico va riservato ai casi che persistono oltre i 4 anni.
Un saluto
cordiale A.V.
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